LOCALITA’: LAZIO
INAUGURAZIONE: ottobre 1999
CHIUSURA: 2019

Passiamo alla discoteca Millaenya di ritorno da un lungo weekend che ci ha regalato due giorni di fotografie incredibili. E’ ormai il tramonto, la strada è ancora lunga. “dai, passiamo a vedere il Millaenya, è lungo la strada di casa, almeno facciamo due foto da fuori prima di rientrare…”
Inizia così la più incredibile esplorazione della più incredibile delle discoteche. Che a pensarci bene, discoteca è davvero riduttivo. L’idea originale è quella di una via di mezzo tra villaggio turistico e centro sportivo d’élite, con hotel, centro congressi, area wellness, piscine e campi da tennis.

Non sappiamo quanto di tutto il progetto sia poi stato effettivamente aperto al pubblico, o se quello che rimane oggi è il risultato di una ristrutturazione mai completata. È però un fatto che non si trova alcuna fotografia pubblicitaria dell’hotel, che sembra un enorme incompiuto.

Il sogno nato nel nulla

La discoteca Millaenya invece, è un piccolo capolavoro. Una vera cattedrale della notte, capace di richiamare migliaia di giovani da tutto il centro Italia, sembra una contraddizione in termini: In un paesino di poco più di 5000 anime, viene costruito un mega club nel nulla, che contava in totale tre sale, una main room e due più piccole, ed un giardino esterno, per una capienza totale di oltre 4000 persone. Eppure, era proprio questa la sua forza.
Costruita nel 1999, la discoteca Millaenya era un’opera architettonica fuori scala per il territorio: una struttura moderna, multi-livello, con impianti audio e luci all’avanguardia, una pista centrale da festival e zone chillout in stile Ibiza. Ospitava serate techno, house, commerciali, eventi con DJ internazionali e, nei periodi estivi, si trasformava in un gigantesco open-air.

L’Età d’Oro

Nel suo periodo d’oro, tra il 2003 e il 2012, la discoteca Millaenya è stata un punto di riferimento per la nightlife laziale e abruzzese. Ragazzi e ragazze partivano in carovana da Roma, Frosinone, Cassino, persino da Pescara, pur di “fare serata al Millaenya”.
Sul palco si sono alternati DJ di fama europea, ma anche artisti italiani della scena elettronica e pop. Le serate erano spesso tematiche, con spettacoli scenografici, laser show e un’organizzazione degna dei club di Riccione o Gallipoli.

Il Declino

Come molte altre, anche la discoteca Millaenya ha iniziato a sentire il peso di un cambiamento culturale e sociale. Le restrizioni normative, l’inasprimento dei controlli, l’evoluzione delle abitudini dei giovani (sempre più attratti da festival estivi e locali piccoli) hanno contribuito a far vacillare la grande macchina.
Intorno al 2014, la programmazione ha iniziato a diradarsi. Le serate divennero meno frequenti e meno affollate. Poi, un giorno, la chiusura definitiva, senza troppi annunci. I flyer più recenti che abbiamo potuto vedere risalgono al 2019, segno che fu probabilmente la pandemia COVID a darle il definitivo colpo di grazia. Ed è un vero peccato perché ancora oggi le sue condizioni ne permetterebbero un recupero con una relativamente contenuta spesa.

Oggi: L’eco del silenzio

Chi oggi visita la zona industriale di Atina trova un gigante addormentato. La struttura è ancora lì, riconoscibile nella sua imponenza, ma invasa da erbacce, vandalizzata in parte, colma di malinconia. Gli interni sono spogliati, ma si percepisce ancora l’eco delle casse, i flash delle luci, le grida di chi ballava fino all’alba.
C’è chi sogna una riapertura, chi parla di progetti di riqualificazione, ma per ora resta solo una reliquia di un tempo in cui ballare era un rito collettivo e il Millaenya era il suo tempio.

Non resta che ricordare

Ci sono luoghi che non si possono spiegare, solo sentire, e la discoteca Millaenya È uno di questi: dove le memorie sembrano ancora danzare nella polvere, tra le rovine di un sogno che ha fatto battere il cuore a una generazione.

E anche se oggi non ci sono luci, né casse, né folle in attesa, c’è ancora chi, chiudendo gli occhi, la vede: accendersi, riempirsi, esplodere di vita. E allora sì, forse è vero: le discoteche non muoiono mai. Restano sospese. Come sogni troppo grandi per svanire del tutto.
È un luogo dove le memorie sembrano ancora danzare nella polvere, tra le rovine di un sogno che ha fatto battere il cuore a una generazione.

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