THIENE
INAUGURAZIONE: anni 90
CHIUSURA: META’ ANNI 2000

Ecco un’altra discoteca, il torrino, nata per cavalcare il successo dei locali da ballo negli anni ’90. I nostri più affezionati lettori, quelli che vengono a leggere i nostri articoli senza fermarsi alle fotografie, diranno che ci ripetiamo spesso.
Eppure, è proprio così e la discoteca torrino (anzi, il torrrino, con tre “ERRE” come recita l’insegna) ne è una delle dimostrazioni più lampanti. In quegli anni chiunque avesse uno scantinato a disposizione provava a metterlo a reddito trasformandolo in una discoteca. Piccola o grande poco importava, era sufficiente saper stupire il pubblico con scenografie particolari ed eventi accattivanti, tanto bastava per creare interesse. E se il locale era piccolo, per certi versi era quasi meglio: diventava elitario, un po’ come, ad esempio, il Kinki di Bologna, la domanda era molto superiore alla capienza e questo creava desiderio. Desiderio di esserci, di riuscire ad entrare almeno una volta.

ALL’INIZIO, ERA SOLO HOTEL “LA TORRE”

Ed è probabilmente così che nasce la discoteca Torrino di Thiene, occupando alcuni spazi al piano strada e tutto il piano interrato dell’hotel “La torre”, oggi abbandonato anch’esso.
Scendere un’ultima volta le scale che dall’ingresso portano alla discoteca fa rivivere ricordi che credevamo sepolti nel tempo svuotata dei suoi arredi, tutto sommato è ben conservata, rispetto a tante altre che abbiamo potuto documentare. Ma è al piano superiore la vera sorpresa. La sala ci proietta indietro nel tempo fino agli anni ’70, con questi disegni schematici e ripetitivi tipici di quel periodo. Ci riesce difficile credere che abbiano potuto convivere insieme in un unico locale, queste due sale, tale è il divario generazionale di stili e colori.
Il suo massimo splendore fu naturalmente durante gli anni ’90. Con l’inizio del nuovo millennio cambiò tutto, e non solo la discoteca Torrino ne subì le conseguenze ma l’intero stabile. Chiuse così anche l’hotel, il piccolo centro congressi, e la banca al piano terra.

Da allora è tutto un susseguirsi di occupazioni abusive, sgomberi da parte delle forze dell’ordine, il tentativo da parte della proprietà di impedire accessi abusivi. Tutto finora inutile: pochi giorni dopo, se non poche ore dopo, gruppi di emarginati che non hanno altro posto dove andare tornano qui, e con pazienza riaprono i varchi appena chiusi, fino al prossimo sgombero che potrebbe avvenire domani.
Le idee per recuperare lo stabile non mancano, ma, a quanto pare, mancano le risorse. Nessuna speranza però che qui possa di nuovo tornare la musica e le luci psichedeliche.
Sentiamo dei rumori sospetti ai piani superiori. Sono probabilmente le ombre che abitano le stanze dell’hotel, ci hanno sentito e stanno scendendo per cacciarci via. Ancora qualche foto, bisogna andare.

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