LOCALITA’: VILLAMARZANA

INAUGURAZIONE: ESTATE  2000

CHIUSURA: 2014

C’è chi la chiama “Cristoteca”, chi “la discoteca dei Santi”, tra i giovani della zona era semplicemente conosciuta come “Gli Aerei”. Ma il suo vero nome è sempre stato “Michelangelo da Vinci”.

Mentre le megadiscoteche già iniziavano ad avviarsi verso il declino, un imprenditore coraggioso nell’estate del 2000 inaugura questo locale del tutto particolare. L’opulenza si respira in ogni dettaglio, non si è badato a spese.

Era molto più di una discoteca: E’ vero che era distante da casa mia, ma per un periodo ho frequentato una persona che viveva nel polesine, proprio qui vicino, e in più di una occasione siamo andati in questo locale, a volte solo per una pizza, a volte per ballare, o magari solo per una birra. Perché al suo interno trovavano posto una pizzeria, un ristorante, un pub e una birreria, sempre aperti. D’estate il giardino si trasformava in una discoteca estiva, e di giorno era possibile tuffarsi nella sua piscina, mente all’interno di un’altra costruzione, che probabilmente in passato era stata un granaio, venne allestita una discoteca al chiuso, aperta anche tutto l’inverno, la cui scenografia ricalcava in tutto e per tutto una chiesa.

C’è ancora chi si ricorda quando, con speciali trasporti eccezionali, vennero portati i due aerei dismessi che caratterizzano questo locale, conosciuto più con il soprannome “gli aerei” che con il suo nome reale, Michelangelo Da Vinci. Aerei che verranno adattati all’attività di somministrazione, e che divennero la zona pub – birreria, e dove si poteva mangiare qualche stuzzichino. Occorreva prenotarsi con settimane di anticipo per potersi garantire un tavolo all’interno delle carlinghe!

Non trascorsero nemmeno tre mesi dall’inaugurazione che il comune contestò alla società un mega abuso edilizio, a cominciare dalla “torre di controllo” che offriva ai clienti l’accesso all’interno dei due aerei. Nonostante la strenua difesa, che sosteneva fosse solo scenografica, la sanzione fu di dimensioni esagerate, in linea con lo stile del locale, oltre un miliardo di lire. Per l’esattezza, un miliardo, 252 milioni e 480 mila lire.

Se ne aprì una contesa legale durata quasi quindici anni in cui il locale rimase comunque aperto. Il comune riuscì ad intascare la fideiussione bancaria di 700 milioni di lire, mentre la causa legale per incassare il restante mezzo miliardo andò avanti sino al 2015, che in finale vide come vincitore il comune, che al cambio dell’euro vantava quindi un credito residuo di circa 280 mila euro.

Ma la società ha chiuso i battenti da ormai un anno, e gli affari erano comunque molto ridimensionati. Alcuni cartelli ricordano ancora che, negli ultimi giorni prima della chiusura, si offriva il pranzo tutto compreso a 10 euro.