LOCALITA’: SIROLO

INAUGURAZIONE: 1947

CHIUSURA: 2013

Siamo nel 1947 quando un noto costruttore edile della zona, Enzo Sturba, decide di investire sul turismo sirolese, aprendo un dancing immerso nel bosco, la dove fino a poco tempo prima sorgeva un campeggio Balilla, caduto in disuso con la caduta del partito fascista.

Inizialmente si ballava soprattutto Boogie Woogie, swing, per poi cominciare a ospitare i primi concerti live. Tra il 1950 e il 1970 diventa uno dei locali simbolo della riviera marchigiana, invitando i grossi calibri della musica italiana da Ornella Vanoni a Mina passando per Patty Pravo, da Lucio Dalla a Gianni Morandi, fino ai colossi della musica “Beat” italiana, tra cui è impossibile non ricordare Equipe 84 e I Camaleonti.

Ma non fu solamente una disco-dancing. Gli annali ricordano anche concerti dell’orchestra del Maestro Pio Boccone di Ancona, o esibizioni di Beniamino Gigli, uno dei più celebri cantanti d’opera del secolo scorso. C’è anche chi, a Sirolo, ricorda ancora un concorso di bellezza, “Miss Conchiglia Verde” presentata non di meno che da Mike Bongiorno.

Negli anni ’80 spopola la discomusic, e la conchiglia non si fa cogliere impreparata. I DJ’s prendono sempre più spazio a discapito delle orchestre, che, tuttavia, qui non spariranno mai del tutto. Ma questo è il tempio della musica, di tutta la musica, e ogni genere nel tempo trova il suo spazio. Dal Rock, alla house fino alla techno, e ancora con serate tipicamente “balera d’altri tempi”.

Fino al 2013, quando una serie di problemi amministrativi, burocratici e legali, ne decretò la chiusura. E’ a partire dalla metà degli anni 90 che i proprietari di villette edificate nel tempo intorno al locale iniziano una guerra sottile, fatta di esposti per il rumore, denunce per supposte mancanze di rispetto delle norme di sicurezza convincono i figli ed eredi di Enzo a chiudere definitivamente i battenti.

Ma andiamo con ordine: inizialmente a seguito di una segnalazione, i carabinieri rilevarono che una delle uscite di sicurezza non sembrava essere abbastanza larga, e venne imposta la chiusura. Poi negli anni 2000 arrivò l’esposto per il troppo rumore, frutto di una raccolta firme, e venne nuovamente imposta la chiusura. Nonostante questo, grazie a ricorsi giudiziari, la conchiglia è sempre riuscita a riaprire. Ma queste “guerre” con i vicini a poco a poco ti corrodono l’anima, oltre a svuotarti il portafogli.

E oggi, di soldi, ne servirebbero davvero troppi per adeguare il locale alle attuali norme di sicurezza previste per questo genere di locali, e una riapertura comporterebbe nuove battaglie legali. “Siamo scoraggiati”, dichiarò Fernanda Sturba, figlia di Enzo, quando insieme ai suoi fratelli era ancora proprietaria del locale.

Nel 2021 l’area viene rilevata da una società con sede a Civitanova Marche la “PIL”, che ha presentato un progetto di riqualificazione per trasformarla in un centro ricettivo dal nome “Casacon”. Durante la presentazione, si è parlato di “una realtà polifunzionale e multiservizi, i cui caratteri distintivi saranno l’eco-sostenibilità e la fornitura di prodotti a Km Zero”. Che, in estrema sintesi, se si considera un investimento preventivo di soli 2,5 milioni di euro, è parere di chi scrive che non significhi poi molto. L’inaugurazione è prevista per maggio 2022. Saremo lieti di essere smentiti.