LOCALITA’: MILANO MARITTIMA
INAUGURAZIONE: in questa seconda sede giugno 1968
CHIUSURA: metà anni 70
Le foto sono state fatte nel 2018 quando era in completo stato di abbandono, invasa dalla vegetazione e nel 2021 dopo i lavori di ripristino, ma mai terminati. E’ un posto davvero magico.
Di seguito la storia della discoteca (fonte web)
La nascita
Negli anni del secondo dopoguerra Milano Marittima ritrova una forte ripresa turistica. Un momento ideale per dare vita a quello che sarebbe diventato, tra gli anni Cinquanta e Settanta, uno dei locali più importanti della riviera romagnola: Aurelio De Maria, residente a Milano Marittima dal 1937 e sensibile al futuro della città, dà vita nel 1952 al Woodpecker night club.
Situato alla Terza Traversa, nel centro di Milano Marittima, il locale diventa uno dei più in voga e costosi della città, con un servizio impeccabile, una clientela elegante e raffinata e l’intrattenimento di orchestre prestigiose, provenienti da tutta Italia.
Il trasferimento e il nuovo progetto
Con il tempo, tuttavia, la sua posizione centrale e la crescita del turismo portano ad un aumentano dei reclami da parte dei residenti per il forte rumore proveniente dal locale.
Tra il 1962 e il 1964 il Woodpecker viene trasferito nell’entroterra, in una zona più tranquilla fuori città in mezzo al verde.
Il cambio di location offre l’opportunità per ripensare a un’estetica completamente nuova del locale: “facciamo un cerchio, facciamo affiorare l’acqua e ci mettiamo i coccodrilli” sono le parole di Filippo Monti, l’architetto incaricato del nuovo progetto.
La discoteca:
La nuova struttura, non si allontana di molto da quanto detto ironicamente.
Circondata da un’alta duna accessibile tramite una scalinata in marmo, la struttura prevede una serie di laghetti circolari ritagliati dalla piattaforma di base, rivestita in marmo giallo di Siena e una grande cupola. Un guscio di 16 metri in vetroresina nervata, in materiale traslucido per il filtraggio della luce, diviso in 23 spicchi come un ombrello a doppia curvatura per coprire la pista da ballo. A metà tra l’aperto e il chiuso, grazie agli archi aperti che circondano tutto il perimetro, la cupola formava una continuità con l’esterno.
L’architetto amava giocare con gli elementi naturali e con questo progetto, di un’originalità architettonica rivoluzionaria per il tempo, ha creato un luogo dove terra, acqua e cielo si uniscono insieme con armonia ed equilibrio.
Il nuovo Woodpecker riaprì, dopo due anni di lavoro, nel giugno 1968 con un nuovo volto, ma con la qualità che lo ha sempre caratterizzato. L’opera di Blu all’interno della cupola.
Un luogo senza tempo
La sua rinascita purtroppo non durò a lungo: il locale fu costretto a chiudere definitivamente nel 1975 a seguito di un incendio, che fortunatamente ha lasciato intatta la grande cupola.
Da quel momento la discoteca è rimasta in stato di abbandono per diversi anni.
Il tempo sembra essersi fermato, tanto che il Woodpecker custodisce ancora oggi il suo fascino.
E forse è stato proprio questo ad attirare l’attenzione di Blu, famoso street artist di origine bolognese, inserito dal “The Guardian” tra i 10 migliori writer del mondo.
L’interno della cupola, con la sua forma tondeggiante e rifrangente di luce, è diventata la tela perfetta per la realizzazione di un graffito contiguo raffigurante personaggi umanoidi, caricature e satira della società moderna. La riscoperta e il futuro La cupola del Woodpecker
In anni recenti il locale è stato riscoperto e valorizzato dall’associazione MAGMA, con l’organizzazione di alcuni eventi musicali; e dal Comune di Cervia, che ha dato il via a un bando per la sua riqualificazione e rigenerazione, vinto nel 2018 da una famiglia locale.
Con la finalità di costruire un polo multifunzionale ricco di eventi rivolto ad ogni fascia di età se ne prevede la riapertura nel 2021.
La struttura al momento non è visitabile.