LOCALITA’: BUSSETO (PR)

INAUGURAZIONE: anni ‘70

CHIUSURA: 2008

C’è un solo modo per parlare di questo locale. Ed è attraverso le parole del DJ Roberto Lodola, che qui ha iniziato la sua carriera, per diventarne l’artefice del successo, fino a rilevarla e diventarne il proprietario.

Il locale inaugura sul finire degli anni ’70 del secolo scorso, con il nome di “Mondo Blu”, per mano di Enrico Garbi. Una gestione famigliare, e una storia non dissimile a quella di altri locali. Ma nel 1982 (una domenica pomeriggio di aprile) dopo un incontro vis-a-vis Garbi decide di fidarsi delle intuizioni e delle idee di un giovanissimo Roberto Lodola, e coraggiosamente gli affida la consolle della domenica pomeriggio, lasciandogli libero arbitrio circa le scelte musicali nonostante fossero molto azzardate.

I risultati arrivarono con grandissimo anticipo rispetto alle più rosee previsioni. Dopo poche settimane dall’inaugurazione, il passaparola era arrivato talmente lontano che il pubblico arrivava anche da molto lontano, percorrendo anche centinaia di chilometri per ascoltare la selezione di Lodola.

Successo che, va detto, non fu solo dettato dal caso. Il nostro Roberto racconta che in quel periodo passava le giornate infrasettimanali tra una città e l’altra, facendo tappa in qualsiasi piccolo negozietto di dischi (“a volte anche scantinati”) alla ricerca di brani alternativi, che rispecchiassero il suo gusto musicale e che inevitabilmente erano anche “di nicchia”. Se volevi sentire la “sua” musica, dovevi necessariamente andare al Mondo blu.  L’aspetto più straordinario è che tutto questo grandissimo impegno non era finalizzato al successo di quella che fin dai tempi di “Saturday Night Fever” è la serata clou della settimana, ovvero il sabato… bensì alla domenica pomeriggio! Ma è proprio questo che differenzia i grandi professionisti… il massimo impegno sempre, indipendentemente dall’obiettivo e dal risultato.

Impegno che, come nelle migliori happy ending, viene premiato con una massiccia partecipazione, inaspettatamente da parte clientela adulta e ricercata, nonostante la domenica pomeriggio fosse una fascia altrove orientata verso un pubblico molto giovane, di quello che non poteva uscire al sabato sera.

Forse è anche per questo che dopo sei anni, nel 1988, si decise di spostare l’intero pacchetto domenicale al venerdì. Prima si provarono un paio di one-night per “tastare l terreno” e visto il successo, quasi scontato, divenne l’appuntamento fisso del venerdì sera. Un po’ in controtendenza con quello che capitava altrove, dove prendeva sempre più piede un genere poi famoso come “house music”, qui si offriva non un semplice ascolto di dischi selezionati da un DJ, ma veri e proprio spettacoli di musica, , che talvolta univano insieme la musica riprodotta da un giradischi alle performances live di percussionisti e altre volte, con l’installazione di quattro giradischi sul palco, vere e proprie evoluzioni creando nuova musica miscelando insieme contemporaneamente anche tre-quattro dischi.

Il successo sembra inarrestabile, fino a quando la famiglia Garbi, come un fulmine a ciel sereno, il 26 giugno 1991 decide di vendere ad un imprenditore bresciano (di cui le cronache non riportano il nome) che immediatamente rivoluziona tutto.

Il locale cambia nome in “Aegyptus”, gli interni vennero completamente rinnovati, divennero più moderni, cosi come la musica. Forse alla ricerca del mito delle discoteche più “in” della riviera romagnola, come il Cellophane o il Cocoricò, ma senza mai comprenderne lo spirito, cercò di proporre musica commerciale. Ma il pubblico ormai fidelizzato in quasi dieci anni non fu disposto ad accettare un cambiamento cosi radicale, e cominciò a dirigersi altrove e in appena un anno arrivò il fallimento. Nel tentativo di salvare il salvabile, i creditori dell’Aegyptus si costituirono in un comitato che rileva il locale per recuperare il passivo proponendo una serata techno e commerciale, sotto la nuova insegna “X-Planet”.

Arriviamo così al 1997 quando il proprietario e direttore Fabrizio Scaramuzza convoca nuovamente il nostro DJ Roberto Lodola, che riproponendo serate dedicate all’afro-funky riporta il locale all’apice del successo. In questo periodo, quasi a sottolineare un costante rinnovamento, cambia nome in “Evolution Planet”.

Poi nel 2005 un nuovo fulmine a ciel sereno: Scaramuzza decide di chiudere… e tra un bicchier di vino e una battuta, nella mente di Roberto inizia a prendere forma la possibilità di rilevare il locale, dove è cresciuto e si è affermato artisticamente. Impossibile resistere al richiamo di queste mura cui è cosi emotivamente legato.

E il 15 ottobre 2005 prende il via l’ultimo atto di questa grande avventura, che terminerà nel 2008 con la vendita dell’intera struttura, e destinata alla costruzione di capannoni industriali. Era una vera e propria città del divertimento.

Una curiosità che forse pochi conoscono: sembra che l’Evolution Planet è il primo e unico locale che può vantare di aver avuto Tatanka come DJ resident proprio in questo periodo. Successivamente pare abbia sempre rifiutato qualsiasi offerta come “resident” per portare la sua musica ovunque.

Ancora oggi sono ben riconoscibili 4 piste al chiuso, una saletta proiezioni, una sala che poteva in qualsiasi momento trasformarsi in ulteriore pista da ballo, piuttosto che un ristorante-pizzeria, o una sala karaoke. Impossibile non trovare qualcosa di proprio gradimento. E piange davvero il cuore sapere che per questo tempio il destino è ormai segnato dopo l’ultimo passaggio di proprietà.