LOCALITA’: cappella Cantone (CR)
INAUGURAZIONE: 1972
CHIUSURA: 2007
Della discoteca Xò oggi non resta che il ricordo delle migliaia di giovani che l’hanno frequentata nei suoi trentacinque anni di attività. Anche le macerie si sono portati via, dopo la sua demolizione avvenuta tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
Dopo la sua chiusura, nel 2007, il degrado della discoteca Xò è diventato sempre più evidente, fino a mettere in ombra le sue origini e la sua storia, che invece vale la pena di raccontare anche per il grande valore architettonico che ha rappresentato per la sua epoca.
IL PROGETTO
All’inizio degli anni ’70 viene commissionata agli architetti Francesco Mendini, Alfio Susini e A. G. Bolocan la progettazione di un nuovo locale per pubblico spettacolo, che però fosse straordinario anche nella sua architettura, nel suo impatto visivo e architettonico.
Costruirono quindi un parallelepipedo di 50 metri per lato che sprofondasse nel terreno inclinato di 83 gradi. In questo modo, passando lungo la strada, se ne vedeva emergere solo una parte, come un iceberg, dando la sensazione di essere storto. Da rimanere davvero a bocca aperta.
<h5>1972: INAUGURA IL “DIEDRON”</h5>
Ed è così che nel 1972 inaugurò la discoteca Diedron, il locale più sensazionale di tutta la provincia, che alla sua massima espansione poteva contare su tre piste al chiuso, tre all’aperto, un ristorante, una zona massaggi e un’area per tatuaggi all’hennè, per una capienza complessiva di diverse migliaia di persone.
Solo una ventina di anni dopo, con la stagione 1992-93 cambia nome in Bibendum, un taglio più commerciale grazie alla collaborazione con Radio 105 al sabato sera e musica anni 70-80 al venerdì.
FINALMENTE XÒ
Solo successivamente cambia nome in discoteca Xò, che porterà fino alla chiusura definitiva. I nuovi proprietari cercarono anche di rimodellarne le forme, forse perché non piacevano le linee “storte” di questo edificio, o forse cercavano solo una profonda discontinuità con il passato. Rivestirono la punta di questo iceberg di cemento quasi a volerne raddrizzare il profilo, e la pianta, da quadrata, venne rimodellata a forma di “L”, ricavando un’area esterna, ma coperta da una tettoia, nello spazio risultante, ancora ben visibile nelle nostre fotografie. Chiude nel 2007, insieme a molti altri locali, anche a causa della crisi economica di quel periodo. Dodici anni dopo, nel 2019, l’intera area viene acquistata all’asta, per poi essere abbattuta.