LOCALITA’: Toscana
INAUGURAZIONE: primi anni ‘80
CHIUSURA: primi anni ‘90

In una bellissima giornata di primavera, fuori dalle solite rotte della movida, ci ritroviamo al cospetto di una grande costruzione immersa nella vegetazione, sembra a tutti gli effetti una discoteca. Troviamo a fatica una via di entrata, tutto buio pesto tranne per la leggera luce, che come noi, si è fatta largo tra la vegetazione e passa per quell’uscita di sicurezza aperta. Accendiamo i nostri fari ed è lo stupore. Ci appare davanti agli occhi un un’immensa sala da ballo, le pareti sono interamente ricoperte da specchi, attraversati a metà altezza da due linee rosse (secondo me per far sì che le persone non ci si schiantino contro causa l’effetto disorientante dello specchio stesso) Anche una parte del soffitto è ricoperto da specchi posizionati a scalini, il resto è un controsoffitto a pannelli, in alcune parti crollato, pure sopra la console che si intravede appena. Ci sono ancora tanti divanetti rossi sparsi o accatastati per la grande sala, e in fondo il bar. Anche l’entrata e la zona guardaroba, hanno specchi ovunque, è proprio un tipico arredamento anni ‘80. Lì da un lato, c’è la scala che porta al piano di sopra, guardandola vedi tutti i suoi 30 anni di abbandono, corrosa totalmente dall’umidità, lascia davvero poco spazio all’immaginazione di come poteva essere. Al piano superiore troviamo lo stesso stile di allestimento, in una pista più piccola e semplice; invece la cosa che più mi ha colpito sono state le altre scale che collegano le due piste. Essendo esse costruite con la classica “tromba delle scale”, sono rimaste protette dall’umidità e quindi ancora perfettamente intatte. Mi fermo lì dinnanzi a loro; le pareti di vetro nero e le line ipnotiche rosse mi portano a fare un tuffo nel passato, a quando mio babbo mi portava con lui nelle discoteche che aveva finito di allestire con la sua impresa, ero una bambina, ma ero affascinata dalle luci e dai colori di quei locali meravigliosi. Gli anni 80 erano i tempi in cui si investiva in scenografie curate nei minimi dettagli. Ogni disco aveva la sua personalità ben marcata. Erano davvero belle. Oggi se avete notato, sono tutte minimali e soprattutto molto scure.
Questa discoteca ferma da 30 anni giace abbastanza indisturbata dalle azioni dei vandali, e infatti dentro nonostante il tempo la stia inesorabilmente deteriorando, conserva ancora con fierezza le sue caratteristiche e particolari.
Un posto davvero emozionante di cui abbiamo reperito davvero pochissime notizie, forse anche per la breve operatività in anni dove cellulari e internet non erano parte integrante della nostra quotidianità.
Un amico ci disse che la disco aprì nei primi anni ‘80 e inizialmente si chiamava Black Out, era gestita da due Romani e faceva spesso il pieno di gente, arrivavano pullman anche dalle città vicine con stranieri in vacanza. Ospitò artisti importanti come Riccardo Fogli e i Camaleonti, Alberto Camerini, i Pooh. Ma tutto questo duro una manciata di anni, arrivò il fallimento e la chiusura. Qualche anno dopo riaprì, senza fortuna, con un altro nome, la gente non andava, c’erano mete ben più gettonate in zona. Chiuse definitivamente nei primi anni ‘90.